DAY 06 ( 1 agosto 2001 ) | Springbokwasser Gate – Twyfelfontein – Sesfontein
Smontiamo il nostro campo tendato allo Springbokwasser Gate e ci dirigiamo a est lungo la C39, dove ad un certo punto un cartello indica “Versteende Woud“. Si tratta di una foresta pietrificata che si stima risalente a oltre 260 milioni di anni fa.
La foresta occupa una vasta area che ospita tronchi fossili alti fino a 34 metri e con circonferenze che arrivano ai sei metri. Si tratta della maggiore concentrazione di alberi dell’Africa Meridionale. Per la qualità della loro conservazione sono stati dichiarati monumento nazionale.
Ci troviamo nel Damaraland, una regione arida e montuosa della Namibia centro-settentrionale che prende il nome dalla sua principale popolazione, i Damara. Essi vivono principalmente di agricoltura e allevamento. Sono abili artigiani, noti per la lavorazione delle pelli, per le collane di perline di vetro e metallo, vasi e anfore di legno. Le donne Damara, come quelle dei popoli Herero e Nama, indossano abiti vittoriani.
Sebbene questa non sia ufficialmente un’area protetta, ospita numerose specie animali come giraffe, zebre, leoni, elefanti e rinoceronti che si possono incontrare abbastanza facilmente anche lungo la strada.
Siamo diretti a Twyfelfontein, situata in una verdeggiante vallata della Namibia. Il popolo dei Damara la chiamava Uri-Ais, “sorgente saltellante”. Ma i primi coloni bianchi che provarono a insediarsi qui nel 1947 non trovarono la sorgente, e ribattezzarono il luogo Twyfelfontein, che significa “sorgente dubbia”.
E’ qui che si trovano oltre 2000 dipinti rupestri, probabilmente una delle più estese gallerie di graffiti in Africa. Pare che l’origine dei disegni sia da attribuirsi agli antenati dei moderni Boscimani e anche se la datazione non è certa gli studiosi sostengono che alcuni disegni risalgano ad oltre mille anni fa. Incise sulle rocce di arenaria si possono ammirare scene di caccia e illustrazioni stilizzate di numerosi animali africani, accanto alle loro impronte.
Da qui il nostro cammino riprende verso nord in direzione di Sesfontein, lungo una pista sterrata ma in buone condizioni. Il nome di questa cittadina significa “sei sorgenti”, probabilmente per le numerose falde che si trovano nel sottosuolo.
Nei dintorni vivono diverse comunità di Himba, una minoranza di circa 12.000 persone costituita principalmente da pastori nomadi che parlano la lingua di un’altro grande gruppo africano, gli Herero. La loro economia è basata soprattutto sull’allevamento di vacche e capre.
Per la notte ci siamo sistemati nel campeggio del Forte che fu il primo insediamento nel 1896 di una colonia tedesca. Il Forte venne abbandonato nel 1914 ma le sue rovine sono state trasformate in un lodge piuttosto costoso ( una notte in stanza, 150.000 lire ) Dormire in tenda qui è decisamente meno caro ( www.fort-sesfontein.com )
I villaggi Himba nella regione del Kunene
Gli Himba vengono spesso indicati come popolazioni vicine agli antenati dell’uomo poichè hanno vissuto per migliaia di anni lontani dal contatto con altre popolazioni e dagli europei. Oggi subiscono pesantemente l’impatto del turismo di massa in queste regioni.
Muoversi in questa regione non è facile per la mancanza di strutture ricettive. Non ci sono negozi, strutture ricettive, meccanici, ospedali…insomma niente di niente ! Anche le condizioni stradali del territorio sono pessime e richiedono obbligatoriamente l’uso di un fuoristrada e molta prudenza.