Ospiti della Harnas Foundation

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DAY 27 ( 22 agosto 2001 ) | Maun – Fattoria Harnas

Lasciamo Maun diretti a sud ovest, seguendo la A3 che corre rapida ai margini del deserto del Kalahari e della Central Kalahari Game Reserve, la seconda riserva più grande del mondo.

Facciamo tappa a Ghanzi, spesso definita “capitale del Kalahari”. Da qui partono molti tour all’interno della riserva ed è dunque un’ottimo punto d’appoggio per fare scorte di viveri e carburante. Noi ne approfittiamo per cambiare gli ultimi dollari prima di lasciare il paese.

Ghanzi è inoltre un’importante centro di produzione di carne bovina. Ogni anno ad agosto si svolge qui un’importante fiera agricola, che attira visitatori provenienti da gran parte dell’Africa del Sud.

Proseguiamo verso il confine con la Namibia, presso il check point di Mamuno. Sbrigate velocemente le formalità doganali, puntiamo verso nord, percorrendo ancora oltre duecento chilometri di piste per giungere alla Harnas Wildlife Foundation

Margherita, uno dei membri del nostro equipaggio, aveva fin da subito espresso l’assoluto desiderio di trascorrere qui almeno una notte. Conditio sine qua non non avrebbe partecipato a questo viaggio.

Capite bene che tutti eravamo molto incuriositi da tanta insistenza. Margherita si era documentata a fondo e considerava la visita alla fattoria degli Harnas un’esperienza che non avrebbe mai dimenticato. E così è stato anche per me.

Nel 1993 la Fondazione Harnas ha aperto per la prima volta i cancelli della fattoria al pubblico. Il suo obiettivo primario è sempre stato quello della conservazione e della protezione degli animali. Gli operatori della fondazione e i volontari che ogni anno si alternano, intervengono immediatamente quando un animale viene ferito o maltrattato dall’uomo.

All’interno della fattoria, in un ambiente protetto ma quanto più possibile simile al proprio habitat naturale, gli animali vengono curati e talvolta cresciuti prima essere reintrodotti nelle riserve naturali della Namibia.

Oggi i visitatori possono soggiornare presso le strutture della fattoria, sia in lodge che in campeggio e assistere alle pratiche quotidiane dei veterinari e degli assistenti. Tutto ciò ha un costo elevato per i turisti che visitano il centro ma il ricavato è devoluto sicuramente per una buona causa.

Giungiamo all’ingresso della fattoria, alcuni chilometri prima del cuore vero e proprio della fondazione. Qui varchiamo un secondo cancello e la nostra presenza è segnalata da un suono famigliare: il ruggito di un leone.

Questo luogo ci sembra quasi surreale; un’oasi kitsch immersa nella savana. Un sentiero acciotolato ci conduce all’ingresso della reception, mentre attraversiamo un prato verde tenuto all’inglese, superando un ponticello sopra ad una piscina piena di papere.

Uno struzzo e uno gnu pascolano indisturbati, mentre sul fondo si scorgiamo un recinto con scimmie, leopardi e coccodrilli. L’accoglienza è ottima e il nostro campeggio splendido. Trascorriamo la serata intorno al fuoco da campo e dopo cena ci concediamo una partita a biliardo !

La piscina della fattoria Harnas, usata dalle papere
La piscina della fattoria Harnas, usata dalle papere

DAY 28 ( 23 agosto 2001 ) | Fattoria Harnas

Fondata da Nick and Marieta Van der Merwe, la fattoria Harnas ben presto divenne un centro di accoglienza per gli animali feriti e maltrattati. Tutto cominciò con una scimmietta Sudafricana ( Vervet Monkey ) che i coniugi salvarono dagli abusi dei suoi proprietari.

Poi uno zoo in Sudafrica dovette chiudere i battenti e i suoi leoni furono affidati alle cure della famiglia Merwe. Il crescente numero di animali ospitati nella fattoria fece crescere la popolarità di questo luogo, trasformando una passione e un hobby personale in una occupazione a tempo pieno.

Le terre su cui i Merwe avevano costruito la fattoria, in tempi remoti erano state chiamate Harnas che in Afrikaans significa “armatura”, o meglio in inglese “chest armour” che in modo profetico indicava una protezione per il cuore, e dunque per la vita di ogni essere vivente.

Ad oggi la Harnas Foundation ha salvato più di 380 animali selvaggi, molti dei quali ancora vivono nella fattoria.

Giaguari in attesa del pasto alla fattoria Harnas
Giaguari in attesa del pasto alla fattoria Harnas

Nel primo pomeriggio, insieme ad una guida, andiamo a camminare all’interno della riserva in compagnia di due leoni e un leopardo. Un’esperienza indimenticabile. I felini sono assolutamente docili e rispettano la guida che cammina con noi e che li ha cresciuti in cattività. Passeggiano con noi come se niente fosse e si fanno accarezzare come gattoni domestici.

Verso sera è la volta del pasto alle belve e ben presto ci ritroviamo a bordo di un camion carico di carne e altri bocconi prelibati. L’autista entra con il mezzo nei vari recinti che ospitano gli animali e lancia loro il cibo. All’interno di un recinto siamo stati circondati da quattordici giaguari famelici, sbucati dal nulla all’improvviso !


Bambolline Herero in vendita per i turisti

Ultimo giorno in Namibia

Rientriamo a Windhoek per consegnare la nostra Toyota a noleggio. La vernice nuova fiammante ha lasciato il posto a profondi solchi creati dalle spine delle acacie selvatiche sulla carrozzeria.

Abbiamo trascorso quasi un mese tra Namibia e Botswana e questo viaggio ci ha regalato forti emozioni ed esperienze che difficilmente riusciremo a dimenticare. Sono felice che, nonostante tutto, non ci siano state grosse complicazioni.

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